Nel primo dopoguerra, la Tenuta Terriccio viene acquisita dai conti Serafini Ferri, famiglia d’appartenenza dell’attuale proprietario. Con gli importanti interventi di miglioramento fondiario realizzati negli Anni '20, i Serafini Ferri portarono l'azienda ad una fisionomia molto vicina a quella attuale.
La fortunata combinazione tra suolo e aria, terra e luce, rendono peculiare questo microcosmo agricolo dove si integrano con equilibrio la natura e l’intervento dell’uomo che nel tempo ha saputo, con lungimiranza, salvaguardare la biodiversità del territorio mantenendo la presenza di differenti coltivazioni e di vegetazione spontanea accanto ai vigneti.
L’ampiezza della proprietà (60 ha) ha inoltre consentito in fase di impianto dei vigneti di scegliere a macchia di leopardo i terreni più vocati per caratteristiche del suolo, punto di rugiada, esposizione alle brezze marine ed al sole. Le vigne infatti sono esposte in modo che il mare faccia da specchio e quindi la luce vi arrivi di riflesso, con una durata più prolungata rispetto a quella diretta del sole. I terreni sono quelli in cui gli elementi minerali, tra cui ferro e rame, si mescolano alla tessitura di medio impasto con una equilibrata interazione di sabbie e limo. Tutti fattori, questi, che insieme si rivelano determinanti nel conferire ai vini rossi di Castello del Terriccio una grande struttura e il raggiungimento di altissimi livelli di polifenoli.