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Il padre dei Supertuscan, nato dalla consulenza del grande enologo Giacomo Tachis e dallo spirito pioneristico del marchese Incisa della Rocchetta, che decise di piantare il Cabernet in una zona allora sconosciuta a livello enologico ma con il terroir sassoso ideale (da qui "Sassicaia"); rivoluzionario anche l'affinamento in barrique.
Un capolavoro assoluto.
SKU | TSGSASBOL15 |
Produttore | Tenuta San Guido |
Nazione | Italia |
Regione | Toscana |
Denominazione | Bolgheri Sassicaia DOC |
Zona di produzione | Livorno, comune di Bolgheri, località le Capanne |
Gradazione alcolica | 14% |
Temperatura di servizio | 18/20 ° C |
Affinamento | 24 mesi in barrique di rovere francese |
Annata | 2015 |
Gambero Rosso | 3 bicchieri |
Bibenda | 5 grappoli |
Robert Parker | 97/100 |
James Suckling | 98/100 |
Antonio Galloni | 95/100 |
AIS Vitae | 4 viti |
Vitigni | Cabernet Sauvignon 85%, Cabernet Franc 15% |
Un’annata molto valida quella del 2015. Le piogge, che hanno continuato ad interessare la prima parte della primavera, hanno favorito una più rapida vegetazione delle piante e altrettanto reso idonea la riserva idrica dei suoli. Ottima la fioritura, che si è conclusa a fine Maggio, e successiva ottima allegagione, favorita da un clima veramente favorevole. Giugno e la prima metà di Luglio sono stati caratterizzati da temperature al di sopra della media stagionale ma, dalla fine Luglio, si sono abbassate tornando nella norma. Ciò grazie anche ad alcune precipitazioni che hanno portato aria fresca a beneficio dei vigneti e dell’ottima produzione di uve. La buona escursione termica tra la notte e il giorno, che si è verificata in tutto il mese di Agosto, ha garantito una perfetta maturazione fenolica. Pertanto le uve di ottima qualità sono giunte in cantina croccanti, ben invaiate e sanissime.
Alla vista appare di colore rosso rubino intenso. All’olfatto si percepiscono suadenti note di amarene, more, ribes nero, macchia mediterranea, in particolare rosmarino e lavanda, con un lieve sottofondo di cioccolato, quercia e tabacco da pipa. Al palato è intenso, pieno ed elegante con un piacevole contorno di freschezza e sapidità che richiama i sentori percepiti all'olfatto. Tannini morbidi e levigati, lunga persistenza che progredisce su note di frutta secca. Unico ed inimitabile.
ABBINAMENTO: ideale con qualsiasi piatto gourmet di carne, purché di altissima qualità, straordinario come vino da meditazione. Per momenti unici, da ricordare.
La Tenuta San Guido prende il nome da San Guido della Gherardesca vissuto nel XIII secolo. Si trova sulla costa Etrusca tra Livorno e Grosseto, a Bolgheri, nella Maremma resa celebre dai versi di Giosuè Carducci e si estende per 13 chilometri dal mare fin dietro le colline.
Racchiude al suo interno 3 eccellenze, nate dalle passioni del suo fondatore, il marchese Mario Incisa della Rocchetta: il Sassicaia, la Razza Dormello Olgiata nei cavalli purosangue e il Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri, prima area privata protetta in Italia, sotto l'egida del WWF.
Essi sono i punti cardinali della Tenuta e ne segnano anche geograficamente il territorio: il Padule verso il mare, il centro di allenamento in pianura ed i vigneti che arrivano fino a quasi 400 metri s.l.m. tra la macchia sulle colline.
Una conformazione territoriale straordinaria, tant'è che sui 2.500 ettari a disposizione è stato possibile trovare i 75 ettari più vocati per la viticoltura, così eccezionali che il vino più prestigioso dell'azienda merita una denominazione propria (Bolgheri Sassicaia D.O.C.), l’unica in Italia ad essere inclusa interamente in una proprietà. L'altitudine e l'esposizione solare ideali, nonché il microclima perfetto dato anche dal vicino mare, rendono questa zona unica.
Negli Anni '20 del secolo scorso infatti, Mario Incisa della Rocchetta sognava di creare un vino di razza in stile Bordeaux, vino icona dell'epoca. Dopo varie sperimentazioni concluse che il Cabernet aveva le caratteristiche ideali per il terroir ghiaioso della Tenuta, da lui scelto in quanto simile a quello della zona di Graves: come tale denominazione deriva dal francese "ghiaia", così anche il marchese decise di imprimere la struttura unica di questo terreno nel nome del suo gioiello, immesso nel commercio per la prima volta nel 1968, e destinato ad arrivare ai vertici mondiali dell'enologia.
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